Ridefinire la Tutela del Paesaggio: un nuovo paradigma tra Conservazione e Transizione Energetica
Da diversi mesi avevo in mente di affrontare questo argomento ma non riuscivo a capire bene da che parte iniziare.
Il dibattito sulla transizione energetica e sulla speculazione energetica del territorio sardo, banalmente e biecamente ridotto ai minimi termini come “eolico sì, eolico no” dai principali organi di informazione isolani, è esploso la scorsa estate e da allora vive di luci e ombre a momenti alterni a seconda degli avvenimenti più o meno veritieri che vengono divulgati.
Uno sguardo esterno e una riflessione profonda
Finalmente, dopo lungo tempo, ho inquadrato la situazione da lontano, ponendomi al di fuori del dibattito, rispetto al mero tifo da stadio, e ho portato la mia riflessione su un piano decisamente diverso mettendo in discussione le prospettive e i punti di vista attuali che si contrappongono in questo dibattito pubblico.
La sfida: energia rinnovabile vs conservazione del paesaggio
Mentre la Sardegna, come molte altre regioni, si confronta con le sfide della transizione energetica, emerge una questione fondamentale:
è possibile riconciliare la tutela del paesaggio con l’urgenza di adottare fonti energetiche rinnovabili come l’energia eolica?
La rigidità del concetto di paesaggio
Il paradigma di conservazione del paesaggio tradizionale spesso si scontra con l’esigenza di creare infrastrutture necessarie per ridurre l’inquinamento e combattere il cambiamento climatico.
Questo conflitto pone una domanda decisamente critica:
possiamo permetterci di mantenere un’interpretazione rigida e immutabile di ‘paesaggio’, quando ciò potrebbe limitare la nostra capacità di adottare tecnologie salvavita e sostenibili?
Normative superate: servono nuovi strumenti per la tutela
La tutela del paesaggio, ad oggi, rimane ancora strettamente legata alla concezione di quasi un secolo fa.
Nonostante ci siano state alcune importanti innovazioni e altrettanti adattamenti ai giorni nostri nella normativa in materia di tutela del paesaggio, soprattutto negli ultimi vent’anni, rimaniamo ancorati a quanto espresso dalle leggi Bottai del 1939.
Manca la considerazione di alcuni fattori ormai fondamentali che non possono essere tralasciati se si vuole trasformare la tutela in uno strumento di crescita e sviluppo del territorio.
Verso un nuovo paradigma: il paesaggio come leva per la sostenibilità
È tempo di esplorare un nuovo paradigma, che integri la variabile della salvaguardia umana nella tutela del paesaggio.
Un approccio che non veda l’introduzione di infrastrutture atte alla sostenibilità come un deterioramento del paesaggio, ma come un’evoluzione necessaria verso un ambiente più pulito e sicuro per tutti.
La trasformazione del paesaggio è inevitabile e l’attività umana ne è la principale causa.
Facciamo un modo che questo passaggio sia controllato e finalizzato ad uno scopo illuminato a lunghissimo termine come la lotta per la sopravvivenza e la salvaguardia della vita umana.
Un dialogo inclusivo per una politica nuova
Incoraggiare il dialogo tra comunità, legislatori, scienziati e ambientalisti è essenziale per formulare una politica che bilanci estetica e funzionalità, conservazione e innovazione.
Solo attraverso un compromesso informato e creativo possiamo sperare di rispondere efficacemente alle crisi ambientali che stiamo affrontando, garantendo un futuro sostenibile per il nostro paesaggio e per la nostra specie.
Ridefinire la protezione ambientale
Come comunità, dobbiamo essere pronti a ridefinire cosa significa veramente ‘proteggere’ il nostro ambiente.
È un’opportunità per lasciare un’impronta duratura e positiva sul mondo, non solo per noi stessi, ma per le generazioni future.
P.A.
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